La legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, dopo un’attenta analisi e pianificazione delle risorse da indirizzare ai diversi interventi voluti dal governo è stato previsto un taglio delle tasse che coinvolgere sia i lavoratori che le aziende, per cui si conferma il ritorno delle aliquote IRPEF a tre scaglioni, oltre ad una revisione completa delle detrazioni fiscali.
Viene confermato anche un sistema IRES a due vie, con aliquota ridotta per le aziende più virtuose nell’investimento di risorse interne per innovare e per assumere. Vediamo tutte le prospettive per l’anno in corso.
Sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato
Con la pubblicazione definitiva della Legge di Bilancio in Gazzetta Ufficiale, per le imprese viene garantita fino al 2027, della maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro derivante da nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato. La deduzione può arrivare fino al 130%, nel caso di assunzioni stabili di particolari categorie di soggetti (disabili, giovani under 30 ammessi agli incentivi occupazione, mamme con almeno due figli, donne vittime di violenza, ex percettori del reddito di cittadinanza).
Nella stessa ottica viene anche confermato un esonero contributivo per le lavoratrici a tempo determinato e per le partite IVA, ovvero per le madri in caso di due o più figli a carico. Per il periodo 2025-2026 è necessario che il figlio più piccolo abbia meno di 10 anni di età, mentre dal 2027 rientreranno tutti i figli minorenni. Per percepire questo sgravio bisogna avere un reddito annuo minore di 40.000 euro.
Viene confermata la riapertura dell’assegnazione agevolata di beni ai soci. Il termine per gli atti di assegnazione o cessione agevolata è fissato al 30 settembre 2025, mentre i soci della società devono risultare tali alla data del 30 settembre 2024 o siano iscritti entro 30 giorni dal 1° gennaio 2025 (data di entrata in vigore della legge di Bilancio 205), in forza di titolo di trasferimento avente data certa anteriore al 1° ottobre 2024.
Come viene ammessa la riedizione dell’estromissione dei beni della ditta individuale. L’agevolazione si applicherà alle esclusioni dal patrimonio dell’impresa dei beni posseduti alla data del 31 ottobre 2024, poste in essere dal 1° gennaio al 31 maggio 2025.
Viene riproposta, in una nuova versione, la misura decontribuzione Sud, lo sgravio contributivo a favore dei datori di lavoro, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico, che occupano lavoratori a tempo indeterminato (ad esclusione dei rapporti di apprendistato) nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
Prevista poi una riduzione contributiva per nuovi Artigiani e Commercianti: i lavoratori che si iscrivono nell’anno 2025 per la prima volta ad una delle gestioni speciali autonome degli artigiani e degli esercenti attività commerciali di cui al comma 1 dell’articolo 1, della legge n. 233/1990, che percepiscono redditi d’impresa, anche in regime forfettario, possono chiedere una riduzione contributiva al 50%. La riduzione può essere chiesta anche dai collaboratori familiari che si iscrivono per la prima volta alle gestioni speciali autonome.
Come cambiano fringe benefit e premi di produttività
Intorno ai fringe benefit vengono confermate le decisioni prese quest’anno: limite a 1.000 euro di detassazione per tutti i lavoratori e di 2.000 euro per chi ha figli a carico. Per ciò che riguarda i lavoratori assunti dalle imprese, si parla anche di una detassazione sul lavoro notturno e sugli straordinari pari al 15% delle retribuzioni.
La detassazione coinvolge anche le mance dei lavoratori nel settore turistico-alberghiero, con limite del 30%, per dipendenti con reddito inferiore a 75.000 euro.
Per ciò che riguarda i premi di produttività, l’imposta sostitutiva rimane al 5%, con riduzione dalla percentuale precedente del 10%, fino al 2027, in caso di redditi inferiori a 80.000 euro annui.
Incentivi e agevolazioni per le aziende
Viene potenziato il bonus Transizione 5.0, con la semplificazione delle procedure, il rafforzamento dell’aliquota agevolativa per gli investimenti da 2,5 milioni a 10 milioni di e la cumulabilità con gli incentivi finanziati da fondi europei.
Stretta invece per il bonus investimenti in beni 4.0, con l’abrogazione, dal 1° gennaio 2025, del credito di imposta beni strumentali immateriali 4.0, e la previsione di un limite di spesa per il credito di imposta beni strumentali materiali 4.0.
Nuove aliquote e nuove scadenze per il bonus ristrutturazione, l’ecobonus, il sismabonus e il superbonus. Prorogato al 2025 il bonus mobili e istituito il nuovo bonus elettrodomestici dedicato all’acquisto di grandi elettrodomestici ecoefficienti, prodotti in Europa, con la sostituzione contestuale di apparecchi meno performanti.
Viene prorogata al 2025 la cassa integrazione guadagni straordinaria per la crisi aziendale per tutte le aziende strategiche. In ambito edilizia viene prorogato per tutto l’anno il bonus mobili (con l’aggiunta per i cittadini del nuovo bonus elettrodomestici green).
Sgravi contributivi artigiani e commercianti
Tra le novità che coinvolgono gli autonomi spicca anche lo sgravio contributivo per artigiani e commercianti: chi si iscrive a queste gestioni INPS nel 2025 può richiedere una riduzione contributiva del 50%.
Questa misura è vantaggiosa per coloro che hanno piccole attività, condotte in forma autonoma e si applica in aggiunta allo sconto sui contributi del 35% previsto ogni anno per i forfettari.
Dal 1° gennaio 2025 c’è l’obbligo di avere una PEC anche per gli amministratori di imprese costituite in forma societaria. La novità è contenuta nella Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207).
Tra le altre novità:
Viene rifinanziata la legge Sabatini per le imprese che si trovano nel Mezzogiorno e acquistano beni strumentali per le loro attività, in particolare nel settore della filiera delle fibre tessili naturali e riciclate.
Si riconferma il finanziamento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (PMI) che è stato messo in atto dallo Stato Italiano facilitare il loro accesso al credito delle imprese interessate. Il Fondo permette alle imprese, nel rispetto di alcuni requisiti specifici, la possibilità di usufruire della garanzia dello Stato per le somme di cui hanno bisogno. Questa possibilità rappresenta un sostegno molto importante per le imprese: l’accesso al credito viene facilitato diminuendo il tasso di rischio per gli istituti bancari che vanno ad erogare il credito stesso.
Viene prorogato il credito d’imposta per interventi sulla ZES unica nel Mezzogiorno, anche per il settore della produzione primaria di prodotti agricoli, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura.
Pec per gli amministratori di società
Altra novità importante introdotte dalla legge di Bilancio 2025 è l’estensione dell’obbligo di possedere un indirizzo PEC anche agli amministratori di imprese costituite in forma societaria come previsto dal comma 860 dell’articolo 1, che ha modificato l’articolo 5, comma 1 del Decreto Legge 179/2012.
La ratio della disposizione in esame è quella di garantire una comunicazione ufficiale, tracciabile e sicura tra le imprese e la pubblica amministrazione. In questo modo si dovrebbe uniformare l’uso della PEC tra tutte le tipologie di imprese, favorendo l’integrazione nel sistema digitale nazionale, garantendo trasparenza e tracciabilità di qualsiasi atto indirizzato a chi governa le società.
L’obbligo di un domicilio digitale per il singolo amministratore comporterà anche una maggiore responsabilità dello stesso che potrà essere diretto destinatario di ogni avviso connesso alla società. La legge è stata lacunosa nell’individuare se oltre il presidente e legale rappresentante della società ovvero anche gli altri membri del consiglio di amministrazione, l’obbligo debba estendere anche ai membri del consiglio di sorveglianza. Il tenore letterale della disposizione indurrebbe a ritenere, quantomeno allo stato, che tutti i soggetti appena richiamati, poiché muniti di funzioni gestorie, dovranno attivare – qualora già non ne dispongano – un indirizzo PEC individuale.
La nuova disposizione ha già suscitato perplessità tra gli operatori del settore. In primo luogo, perché l’estensione dell’obbligo della PEC a tutti gli amministratori potrebbe generare una sovrapposizione e possibile confusione tra la domiciliazione ufficiale telematica della società e quella individuale dei gestori. Non sono stati indicate le sanzioni a carico degli amministratori in ipotesi di inadempimento del nuovo obbligo. Non ci resta che attendere i preannunciati chiarimenti applicativi per una migliore messa a fuoco della disciplina e dei suoi auspicabili benefici.
Assegnazione agevolata ai soci
La Legge di Bilancio 2025 figura il rinnovo del regime fiscale agevolato per l’assegnazione di beni ai soci, tale misura, già prevista nella Legge di Bilancio 2023, è stata riproposta con alcune modifiche che riguardano i termini e le modalità per l’assegnazione di beni da parte delle società ai soci.
Il regime fiscale agevolato si applica alle società di persone e alle società di capitali, inoltre prevede che le società che gestiscono beni non strumentali (come oggetto esclusivo o principale di attività), e che si trasformeranno in società semplici, possano beneficiare del regime agevolato, a condizione che completino la trasformazione entro il 30 settembre 2025.
Le agevolazioni si applicano a beni immobili non strumentali (non utilizzati nell’attività d’impresa) e a beni mobili iscritti in pubblici registri (auto, imbarcazioni, etc.), che non sono utilizzati come beni strumentali nell’attività aziendale. I soci devono risultare iscritti nel libro dei soci entro il 30 settembre 2024, oppure iscriversi entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, con titolo di trasferimento avente data certa anteriore al 1° ottobre 2024. Questo è un requisito fondamentale per beneficiare della misura agevolata.
L’imposta sostitutiva da versare per l’assegnazione di beni è pari all’8% della differenza tra il valore normale dei beni assegnati e il loro costo fiscalmente riconosciuto. Tuttavia, per le società che non sono operative da almeno due dei tre periodi d’imposta precedenti, l’imposta sostitutiva sale al 10,5%. Per i beni immobili, è possibile richiedere che il valore normale venga determinato in base ai moltiplicatori catastali previsti dal Decreto Ministero delle Finanze del 14 dicembre 1991. Inoltre, se il corrispettivo di vendita è inferiore al valore normale (determinato come valore di mercato o catastale), il valore utilizzato per il calcolo fiscale non potrà essere inferiore a uno di questi due valori. Per l’assegnazione dei beni ai soci, le aliquote delle imposte di registro vengono ridotte dal 3% al 1,5%, mentre le imposte ipotecarie e catastali saranno pari a 200 euro in misura fissa.