I minibond sono titoli di debito (obbligazioni), di qualsiasi scadenza, e cambiali finanziarie, con scadenza fino a 36 mesi, emessi da imprese non finanziarie italiane, in particolare dalle PMI, e sono essenzialmente finalizzati a finanziare i piani di sviluppo, gli investimenti straordinari o le operazioni di rifinanziamento, rappresentando una alternativa al finanziamento bancario tradizionale.
Le normative di riferimento sono contenute nel D.L. 22 giugno 2012 n. 83 (“Decreto Sviluppo”) e nelle successive integrazioni e modifiche apportate dal D.L. 18 ottobre 2012 n. 179 (“Decreto Sviluppo Bis”), dal D.L. 23 dicembre 2013 n. 145 (piano “Destinazione Italia”) e nel D.L. 24 giugno 2014 n. 91 (“Decreto Competitività”).
Al fine di essere classificata come minibond, la nuova emissione può essere effettuata solamente da PMI che rientrino nella definizione comunitaria (2003/361/CE): vale a dire, imprese con meno di 250 dipendenti ed un fatturato annuale inferiore a 50 milioni di euro, oppure con un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro.
Per emettere un minibond, la società deve tendenzialmente soddisfare i seguenti requisiti:
I principali vantaggi per una società sono:
Da un punto di vista tecnico, ci sono diverse differenze tra un finanziamento bancario e un minibond. Tra queste, per esempio, si sottolinea il fatto che mentre solitamente un finanziamento bancario matura tra i 3 ed i 5 anni dopo la sua emissione, quello derivante da minibond matura normalmente tra i 5 ed i 7 anni dopo; inoltre, ed a differenza del finanziamento bancario, i minibond non prevedono forme di report alla Centrale Rischi e non prevedono di norma nemmeno forme di pagamento anticipato.
Chi può investire nei minibond?
La sottoscrizione dei minibond è riservata solo ad investitori professionali (principalmente, banche e intermediari finanziari, società di investimento, compagnie di assicurazione, organismi di investimento collettivo, fondi pensione).
Emissione di minibond: procedura e costi (orientativi)
I minibond italiani sono tipicamente quotati su Borsa Italiana ExtraMOT Pro, il segmento di mercato di Borsa Italiana attivo da febbraio 2013 e dedicato alla quotazione di obbligazioni, strumenti finanziari partecipativi e project bond, ma possiamo trovare anche alcune (benché ancora poche) emissioni quotate su Borse estere. In termini tecnici, ExtraMOT Pro è un sistema di negoziazione multilaterale con costi relativamente bassi e procedure semplificate. Il processo di quotazione è infatti flessibile sia in termini di requisiti di ammissione che di informativa, mentre il costo fisso di ingresso è di 2.500 euro, che scende a 500 euro se il minibond è già quotato su altri mercati (la cosiddetta “doppia quotazione”).
Le condizioni di ammissione dei minibond su ExtraMOT Pro sono le seguenti:
Non è quindi richiesto alcun prospetto di quotazione formale, bisogna solo predisporre il Documento di Ammissione nel quale si illustrano le principali informazioni finanziarie sull’emittente, i fattori di rischio rilevanti ed i principali termini e condizioni dello strumento di debito.
Ai fini dell’emissione, le società coinvolgono tipicamente degli advisor finanziari e legali, che effettuano preliminarmente una valutazione in merito alla fattibilità dell’operazione ed assistono l’impresa nella redazione dei documenti rilevanti.
Conclusioni
I minibond sono uno strumento finanziario innovativo che consente alle società non quotate di ottenere finanziamenti complementari alle normali opzioni bancarie per supportare gli investimenti, l’internazionalizzazione e l’innovazione, nonché le esigenze di capitale circolante. Lo strumento dei minibond consente alle PMI italiane di accedere a finanziamenti per sostenere i propri progetti di crescita, elemento chiave nella ripresa economica dalla crisi Covid-19, accedendo anche alle soluzioni finanziarie previste dal Decreto Liquidità (n. 23/2020). Infatti, i minibond usufruiscono oggi della garanzia statale del Fondo Centrale di Garanzia (FCG). La possibilità di ottenere la garanzia statale del FCG a copertura della operazione è certamente uno dei motivi principali che hanno determinato l’incremento delle emissioni nel 2020: secondo recenti dati pubblicati dall’ Osservatorio minibond della School of management del Politecnico di Milano, il primo semestre del 2020 ha visto una crescita del 72% (con 86 nuove emissioni contro le 50 dello stesso periodo dell’anno precedente), determinando dunque un incremento del controvalore pari al 22% (passando da 220,8 a 270,55 milioni di euro).