Il termine finanza alternativa sta ad indicare quegli strumenti di tipo finanziario caratterizzati da rendimenti e rischi elevati. È uno strumento che si è rivelato molto utile per tutte quelle imprese in cerca di risorse creditizie, si stima infatti che da luglio 2019 a giugno 2020 la finanza alternativa abbia erogato a favore delle piccole e medie imprese circa 2,7 miliardi di euro.
I nuovi canali di investimento nell’era della pandemia
La pandemia ha determinato nuovi assets del mercato economico finanziario, che hanno così permesso una diversificazione dei canali di investimento e la possibilità di far leva su altri canali quali il crowdfunding, minibond, Invoice trading, Direct lending, ICOs e Token offering e il Private equity.
I minibond
I minibond sono un innovativo strumento di finanziamento per le aziende non quotate in borsa che permettono alle società di reperire dei fondi dai finanziatori fornendo dei titoli di credito a favore di chi decide di investire e di credere nel loro progetto. I minibond sono iniziati a crescere a partire dal 2013 e dai decreti successivi che hanno dato alle PMI l’opportunità di collocare le obbligazioni e cambiali finanziarie sul mercato. Si registrano fino al 30 giugno che le PMI emittenti minibond erano pari a 348, 47 delle quali si affacciavano per la prima su questo tipo di mercato. Il controvalore collocato nei 12 mesi coperti dalla ricerca della School of Management del Politecnico di Milano è stato di € 331 milioni, un discreto aumento rispetto a € 281 milioni dell’anno precedente.
Equity crowdfunding
L’Equity crowdfunding è una forma di investimento che consente alla folla di investitori di finanziare le start up innovative e medie imprese attraverso portali autorizzati che eroghino un contributo finanziario in cambio di quote societarie. L’Equity ha subito un forte incremento dell’offerta e quella dei veicoli di investimento. Le piattaforme in ambito di real estate hanno sodisfatto l’interesse di molti investitori, nel 2020 il nostro paese ha visto una crescita esponenziale. Le ragioni del record di raccolta dell’ultimo trimestre 2020 possono essere giustificate dalla scadenza al 31 dicembre dell’incentivo fiscale del 50%. A contribuire alla crescita dell’equity crowdfunding nel 2020 sono stati soprattutto i veicoli d’investimento, holding che investono prevalentemente in startup e PMI innovative: 23,7 milioni nel 2020 e 3,5 nel 2019.
Lending crowdfunding
Il social lending è uno strumento che permette agli investitori di prestare denaro attraverso internet a persone fisiche o imprese, a fronte di interessi o rimborso del capitale. La piattaforma prevede un frazionamento del rating ad una molteplicità di investitori, consentendo dunque il frazionamento del rischio o lo sottopone alla folla che può decidere di finanziare in modo diretto o meno il progetto. Da giugno 2019 a giugno 2020 le piattaforme di lending hanno erogato a titolo di prestito alle PMI circa 339 milioni di euro.
Invoice trading
L’Invoice trading consiste nella cessione a investitori di fatture commerciali a scadenza di 3 o 4 mesi, rappresenta una sorta di cessione del credito. Le piattaforme di Invoice trading hanno mobilitato per le PMI fino al 30 giugno 2020 quasi 3 miliardi €, con un aumento del 23% a giugno 2020. Preme sottolineare che l’arco temporale di investimento risulta essere molto più lungo, molte infatti delle risorse conteggiate sono state reinvestire più volte nell’arco di un periodo e le imprese hanno ceduto più volte fatture nel tempo. Si considera che questa forma di investimento è stato lo strumento che hanno più preferito le PMI italiane. Le ragioni possono essere innumerevoli, ma sicuramente tra queste possiamo considerare il processo che ha portato all’integrazione delle piattaforme e i sistemi ERP che semplificano di molto la customer experience. Il coronavirus ha avuto un grande impatto da questo punto di vista, perché ha portato alla luce due problemi: il rischio di insolvenza dei debitori e la necessità di ottenere un’immediata liquidità.
Private equity e venture capital
Il meccanismo che regge il Private equity e il venture capital è quello di finanziare la società, farla crescere e poi ottenere un guadagno dalla vendita della propria partecipazione o comunque dalla quotazione in Borsa della stessa azienda. Nonostante i rischi per l’investitore siano elevati, le possibilità di guadagno derivanti dal successo della start up sono molto attraenti. Gli investitori, infatti, negoziano contratti complessi con gli imprenditori. Questo tipo di mercato può considerarsi in espansione. In tal senso l’AIFI (Associazione italiana del private equity, venture capital e del private debt) ha preso in esame le operazioni di early stage, che prevedono forme di investimento basate su aumenti di capitale e quindi con un apporto maggiore di risorse per le imprese, ha valori in netta diminuzione. Si prevede tuttavia che nel medio termine (anche grazie al possibile decollo dei Pir e degli Eltif alternativi), potrebbero rilevarsi dei dati abbastanza interessanti.