A decorrere dal 1° gennaio 2022 è stata istituita la certificazione della parità di genere al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Questo è ciò che afferma il nuovo art. 46-bis, del Codice delle pari opportunità, inserito dalla Legge n. 162/2021. Si tratta di un meccanismo premiale previsto da un intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) istituito per incentivare le imprese ad adottare politiche volte a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne. Uno strumento simile avendo quale obiettivo l’inclusione delle donne nel mondo del lavoro diventa uno strumento di supporto per migliorare le possibilità di accedere al mercato del lavoro, alla leadership e a una maggiore tutela della maternità.
Il premio
Che tipo di premio ricevono le aziende che si adeguano a codesti standard? In base all’art. 5, comma 2, della Legge 162/2021 (Legge Gribaudo), alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere, in applicazione della prassi UNI/PdR 125:2022, viene concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. In dettaglio, l’esonero viene determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna impresa. Inoltre, le aziende (art. 5, comma 3) che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione alla prassi UNI/PdR 125:2022, rilasciata da un organismo di certificazione accreditato, viene riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti. Ne discende che, oltre ad essere strumento utile al fine di contrastare le strutture patriarcali all’interno dei posti di lavoro, può essere utile alle aziende più virtuose in termini di ausili finanziari.
Come ottenerla
La certificazione avviene su base volontaria e su richiesta dell’impresa. La certificazione viene rilasciata da organismi di certificazione accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008) che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022. Quest’ultima prevede l’adozione di specifici indicatori, Key Performance Indicator (KPI), in relazione a sei aree di valutazione per le differenti variabili che contraddistinguono un’organizzazione che sia inclusiva e rispettosa della parità di genere, cioè: cultura e strategia; governance; processi Human Resources; opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda; equità remunerativa per genere; tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
La certificazione ha validità per tre anni, ma è soggetta a monitoraggio annuale.
Infine, il legislatore, per le sole piccole e medie imprese e microimprese, al fine di incentivare e facilitare il processo di certificazione, ha previsto dei contributi destinati sia a supportare servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione sia a sostenere i costi di certificazione.